La mia urologia
Partendo dal disturbo riportato dal paziente e dalla visita clinica, utilizzo gli strumenti più adeguati presenti nel mio studio (due ecografi, il cistoscopio flessibile, l'uroflussometro) e gli esami più complessi localizzati in altre strutture (TAC, Risonanza Magnetica N, Radiologia tradizionale, analisi chimico-cliniche) per raccogliere i dati più importanti.
Qualche volta eseguo prelievi bioptici dalla prostata su guida ecografica.
Valutando i risultati degli esami con il filtro dell'esperienza personale, quasi sempre sono in grado di spiegare al paziente la causa del suo disturbo.
La natura di questa causa sovente consiste in una lieve e non preoccupante alterazione di funzionamento (una disfunzione) degli organi urinari o genitali, raramente si tratta di una malattia più importante (benigna o maligna).
Dopo aver chiarito la diagnosi del disturbo mi impegno insieme al paziente in un percorso che porta all'indicazione terapeutica.
La presenza di una disfunzione o di una malattia uro-genitale non sempre impone un trattamento: tante volte i farmaci o l'intervento chirurgico possono provocare effetti collaterali che superano i vantaggi del trattamento stesso.
La scelta tra curare e tenere sotto osservazione una disfunzione o una malattia va fatta dal paziente con la guida del medico, che deve illustrare pro e contro delle diverse terapie e dell'osservazione, mentre il paziente deve chiarire quanto il disturbo lamentato incida sulla sua vita di tutti i giorni.
Dall'incontro tra l'esperienza di disagio del paziente e la conoscenza reale dei trattamenti del medico si sviluppa l'idea comune che spinge il paziente su una strada terapeutica o su una strada di attesa.
Nel caso particolare di una diagnosi di malattia tumorale maligna il percorso può essere diverso: molto spesso il paziente non lamenta alcun disturbo, ma il tumore è talmente minaccioso da consigliare fortemente un trattamento adeguato anche in uno stato di pieno benessere.
In tutti i casi qualunque terapia, farmacologica o chirurgica, ottiene la maggior efficacia solamente in presenza di una indicazione corretta, ponderata e condivisa tra paziente e medico.
E' necessario tempo e impegno da parte di entrambi, paziente e medico, per chiarire tutti gli aspetti di cui sopra e arrivare al vero consenso informato, cioè la comprensione reale e condivisa dei percorsi di diagnosi e indicazione terapeutica.